La tartaruga

Sabrina Balbinetti

Riflessioni

La tartaruga

Ho fatto quarant'anni senza sosta
vita da tartaruga... tra i balocchi
a rosica' co' rabbia solo crosta...
senza vede' mollica sotto l'occhi.

Ho camminato co' la testa bassa
co' un ber fardello da portamme in groppa
guardanno solo la vita che passa
io e la lepre in lotta pe' la coppa.

Così ho afferato er senzo più profonno...
la vita nun è corza tra tignosi
cercanno de fregasse a tutto tonno
ma da' 'na mano... esse' dignitosi.

Quanno m'è capitato a l'improviso
de cappottamme co' la panza in su
ho visto er celo, come era diviso,
celeste de giorno... e la notte blu.

Ho visto er zole, nun zai quant'era callo
che m'ha asciugato la ferita grossa,
nuvole bianche su un tramonto giallo
poi... trasformasse in un'arancia rossa...

Ora ho capito che i momenti brutti
serveno a tutti pe' facce penza'
pe' apprezza' la coccia de' li frutti...
che a l'occorenza te la poi magna'!

Se semo conzapevoli de questo
mò è er momento de veni' aiutato
'na mano de un amico ar posto giusto
che te raddrizzi lungo er seminato.

'Sto guscio duro ch'aricopre er monno,
come la coccia dei meloni verdi,
va 'ncisa e tassellata fino in fonno...
sta sempre "drento" quello che te "perdi"!

Sabrina Balbinetti

19/06/2008 01:28| 3| 1292

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

Nota dell'autore:

«la mia malattia mi ha segnato ed insegnato... nulla arriva per caso.
Solo se ci si ferma si può capire ed apprezzare ogni momento della nostra esistenza.»

Commenti di altri autori:

«Profonda riflessione... il dialetto le aggiunge quella piega leggermente sorridente, che alleggerisce, senza togliere niente al pensiero. Piaciuta»

Paolo Ursaia (19/06/2008)

«in questa vita che corre si perde l'umanità, fermandoci si ritrovano bellezze che credevamo non appartenerci più e invece sono li, in qualche parte di noi, a volte ritrovarle costa riconoscere quello che siamo stati e che non volevamo essere.»

Mauro Santi (19/06/2008)

«Una serie di quartine in ritmo che ricorda i sonetti, per una poetessa che ha imparato ormai tutto quel che c'era su Trilussa. Le sue favole che come sempre danno al lettore una riflessione ed una morale, mi ricordano Esopo, con le acute descrizioni, i paragoni e le metafore. Un senso di suspance nel raccontare, completa una poesia con i baffi!»

Marina Como (19/06/2008)

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