Mastro Cijeggia e la legna elettorale

Sabrina Balbinetti

Dialettali

Mastro Cijeggia, vecchio falegname,
arigalo‘, un ber tronco de pino
a sor Geppetto che ciaveva fame,
pe’ coce quarche cosa ner cammino.

Quanno che Geppo vide quer ber ciocco
volle prova’ a facce ‘na scurtura...
così che scarpellanno, ner ritocco,
je prese vita come ‘na cratura!

"Aho, Geppe‘, mica sarai matto?
Devi esse’ delicato co’ ‘st’ aggeggio!
Sennò me ne ritorno quatto, quatto,
dar sor Cerasa e me ce parcheggio!"

"Senti, sor coso, faccia da burino,
te penzi ch’er collega intajatore
sarebbe stato più delicatino?
Ciavresti già la forma der tortore!"

"Perdoname Geppe‘, sei così caro.
Sotto l’occhiali lo sguardo sincero
e poi, in de ‘sti tempi, è così raro
trova un amico, un amico vero!

Geppe‘, oddio! Ma che me cresce er naso?
Aiuteme, te prego! Che me pia?"
"Grugno de legno, ma... che... putacaso,
hai detto gnente, gnente, ‘na brucia?

M’ariccontato un giorno, ‘na fatina
che po’ succede a chi nun è leale...
ma come chi? La fata Turchina!
’Na nota esponente Sindacale.

Visto che t’ ho intajato da quer pino,
Pinocchio è er nome che carza pe’ te!
Un giorno da modesto burattino
potrai addiventa’ un ber bebbe‘! "

" Ma quale onore. Che bella cariera!"
- je disse un Grillo fermo ner cantone -
" Ce vole grazzia e bona magnera,
rinunce, sacrifici, abnegazzione.

È la prima vorta che un pupazzo
addiventa umano s’è sincero...
o torna co’ la faccia un po’ da cazzo
se invece, poi, nun te dice er vero.

A breve se decide er destino,
quei quattro burattini candidati
saranno solo legna p’er cammino
co’ lunghi nasi e... voti rubbati!! "

Sabrina Balbinetti

22/09/2022 16:12| 342

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